Questo dolce è tipico della Puglia, che si tramanada di generazione in generazione, è vero il nome è un pò lugubre, ma visto che è una specialità legata alla ricorrenza del 2 novembre il nome mi sembra appropriato. Non è un semplice dolce, ogni ingrediente utilizzato ha un suo significato. Il grano simboleggia il ciclo delle rinascite, poichè prima di nascere in primavera resta sepolto sotto terra, rappresenta l’analogia del passaggio dell’anima dall’ombra alla luce. È è inoltre, il simbolo della fecondità. Il melograno o “melagrana” simboleggia la vita, come tutti i frutti da seme, rappresenta infatti la fecondità, l’abbondanza e della prolificazione, rappresenta il passaggio da uno stato di inattività (la morte) ad uno di attività (la vita). Potremo dire che il sacrificio è la scintilla che rende possibile la rinascita, il passaggio quindi dalla morte alla nuova vita. Non si potevano scegliere ingredienti migliori per omaggiare i defunti, specialmente in una terra come la Puglia che di grano e melograni è ricchissima. Si capisce allora il senso di un dolce così speciale, che unisce in pochi ingredienti, gusto e immaginario collettivo, come solo le grandi tradizioni popolari sanno fare!
INGREDIENTI
- 500 grano o farro
- 1 melagrana
- 100 gr. Cioccolato fondente
- 10 noci
- 4 Cucchiai di zucchero
- Vino cotto
COME SI PREPARA
Lasciate il grano in ammollo per una notte intera. Il giorno dopo risciacquatelo e scolatelo. Se non trovate il grano va bene anche il farro.
Prendete quindi una pentola, versatevi il grano e aggiungete acqua fredda fino a coprirlo abbondantemente. Portate a ebollizione e lasciate cuocere per circa un’ora.
Trascorso questo tempo, fatelo raffreddare e solo allora scolatelo molto bene, potete anche metterlo su un panno di cotone così siete sicuri che si asciuga bene.
Sgranate il melograno. Tagliate a pezzettini il cioccolato fondente. Sbucciate e tritate le noci.
A questo punto unite tutti gli ingredienti al grano o farro, unite del vino cotto quanto basta mescolate bene e servite il vostro grano dei morti.