Dopo il periodo adolescenziale, per il soggetto adulto disfluente, le crisi non sono finite: solitamente in adolescenza vi è un aggravarsi delle difficoltà foniche. Dopo i 18-19 anni, nella maggioranza dei casi vi è solo un lieve miglioramento.
Per il sesso femminile le angosce in età adulta sono quasi identiche a quelli del sesso maschile. Anche per la donna la balbuzie è vissuta come un limite, sia per gli obiettivi professionali, sia per le relazioni sociali.
Il grado di disfluenza condiziona comunque l’evoluzione psicosessuale e la costruzione dell’identità sociale (Daniels, Derek E. MA; Gabel, Rodney , 2004).
La ricerca di Klein F.J. & Hood B.S. (2004) effettuata su un campione 232 disfluenti adulti, ha messo in luce che oltre il 70% delle persone esaminate, sono del parere che la balbuzie interferisca negativamente nella professione, e il 20% ha addirittura rifiutato un lavoro o una promozione a causa della disfluenza.
Attualmente sono diversi gli studi che sottolineano l’associazione tra balbuzie e disturbo d’ansia. Difatti la quasi totalità degli adolescenti e degli adulti da noi esaminati, in chiave psicodinamica presentano quasi sempre angoscia e fobia sociale.
Negli adulti disfluenti possono esser presenti anche altri sintomi psicosomatici quali: stipsi, nausea, gastrite, mal di testa e vitiligine.
Nei bambini sono rinvenibili fenomeni di enuresi, mal di stomaco, aggressività e difficoltà attentive.
Questo dato è favore dell’ipotesi di alcuni psicanalisti nel definire la balbuzie come un sintomo da “conversione”, trattandosi cioè di un’angoscia profonda che si riversa su ‘organi bersaglio’, sovvertendo la capacità di controllare il linguaggio verbale.
In età adulta il sintomo tende a peggiorare ogni qual volta che si presentano nuove tappe evolutive, come: cambiamenti della situazione professionale, scelta del matrimonio, nascita dei figli, separazioni o lutti.
Ogni cambiamento esistenziale tende a peggiorare il quadro psicologico e linguistico di chi balbetta, portando la persona a temere ogni scelta di vita.
Presso il nostro centro, per gli adulti si prevede una forma di psicoterapia che agisce direttamente sui meccanismi mentali della balbuzie, riducendo così quei pensieri che aumentano il sintomo.
Il nostro trattamento agisce sul corpo, inducendo benessere.
Il nostro programma rieducativo è globale, ove con diverse tecniche tutti i canali della comunicazione (verbale, somatico e mimico-posturale) vengono sollecitati al fine di far emergere il “Vero Sé” e le potenzialità della persona.
Un trattamento mirato e globale, focalizzato sulle “leggi” che governano la balbuzie, porterà la persona a sentirsi liberata dall’intoppo verbale, facendo emergere una nuova energia positiva, capace di fornire autostima e ‘linfa vitale’ per dar forza dell’Io.
Tutto il lavoro psicoterapico che viene svolto con l’adulto è supportato da una batteria di tecniche, che verranno applicate in base ad un programma diagnostico.
Le tecniche impiegate, agiscono sul feedback audioverbale e corporeo (“cinture muscolari”), e sul Sé-Sonoro (tecniche comportamentali).
In chiave psicosomatica, ciò che si nota nella quasi totalità del soggetto disfluente è la mancanza di coordinazione tra flusso respiratorio e articolazione del flusso verbale: in molti manca la respirazione diaframmatica, e il respiro appare molto corto nell’articolazione della parola. Tale incoordinazione a sua volta determina laringospasmo ed apnee.
La causa principale di questa incoordinazione potrebbe essere attribuita alla presenza dell’ansia, che altera tutti i parametri psicosomatici, determinando: eccessiva sudorazione, vasocostrizione, aumento del battito cardiaco, difficoltà respiratoria, calo del timbro di voce, confusione mentale, blocco dei muscoli addominali e del diaframma.
A livello corporeo, quando il disfluente è impegnato in una prestazione verbale, compaiono alterazioni nella coordinazione pneumo-fonico articolatoria, con l’irrigidimento di alcune aree corporee.
Nelle nostre ricerche abbiamo visto che, nella quasi totalità dei disfluenti, riducendo l’ansia correlata al linguaggio mediante un stato ipnoide, la balbuzie sparisce completamente. Questo dato conferma che l’approccio psicosomatico e comportamentale diventa precipuo per la cura della balbuzie (Packman A. e Kuhun L. 2012).