I soggetti in età evolutiva che manifestano problematiche affettive, o disadattamento scolastico, o sociale hanno bisogno di un supporto terapeutico abbia l’obiettivo di “equipaggiare” il minore nell’affrontare il quotidiano, per muoversi serenamente verso il futuro.
Il disagio del soggetto in età evolutiva è spesso è mascherato da una condotta ostile, o da un rifiuto degli apprendimenti scolastici.
La sofferenza psicologica si manifesta quando il minore si rifiuta di crescere, o cerca di minare l’opera educativa dell’adulto.
La problematicità si evidenzia nella preadolescenza , o soprattutto nel periodo adolescenziale: in questa fase nel minore si delinea la formazione dell’ identità attraverso una fase di sperimentazione concreta, che si evolve nel passaggio dal famigliare al sociale.
Per la psicoanalisi, non solo l’infanzia è importante nel determinare l’evoluzione della personalità, ma soprattutto la crisi adolescenziale ha un ruolo cruciale nel definire l’individuo nella propria specificità.
Meltzer definisce l’adolescenza come un “processo di elaborazione della confusione”.
Con la crisi adolescenziale si delinea la formazione dell’identità. Il conflitto fondamentale vissuto dall’adolescente si presenta tra il bisogno di dipendenza e quello di autoaffermazione.
L’adolescenza, come fase transitoria e rielaborativa dell’esistenza umana, rappresenta una tappa decisiva, e nello stesso tempo, molto ‘pericolosa’ per il delinearsi della strutturazione intrapsichica adulta.
L’adolescente nella sperimentazione della capacità di autoaffermazione, potrà cadere in comportamenti “a rischio”, o al contrario, per paura di competere col gruppo dei pari, potrà rinchiudersi in un silenzio depressivo, pur di non affrontare la realtà.
Il giovane in formazione sotto la spinta di una forte emotività, e di stimoli esterni, ricerca un ‘significato esistenziale’ nelle relazioni familiari e sociali.
I grandi cambiamenti fisici, intellettuali, affettivi e sociali, manifestandosi in tutta la loro drammaticità, definiranno la percezione di un nuovo Sè : percepito come adeguato, o privo di forza.
L’adolescente cerca d’incamminarsi lungo la strada di una soggettività autosufficiente, dove la realtà sociale è il banco di prova che conferma, o favorisce l’emergere delle proprie abilità sociali.
La differenza, rispetto all’enfasi idealizzante infantile, consiste nella ricerca della “concretezza reale”, dove la conferma fondamentale del suo valore sarà fornito da tutti i contesti sociali.


Tale fase di sperimentazione, il più delle volte viene esperita attraverso condotte spericolate ed insensate, mettendo a rischio la propria vita con una ricerca maniacale di gioia, divertimento, ballo, o ‘ sballo’.
Al contrario, noia, solitudine e vuoto faranno la loro comparsa quando l’adolescente, per motivi psicologici o relazionali si rinchiude nel mondo famigliare, o nelle sicurezze della propria infanzia. Vi sono casi nei quali l’adolescente si presenta poco evoluto rispetto alla propria età, non riuscendo a percepire gli effetti dello scoppio ormonale.
Stranamente questi adolescenti non hanno mai presentato atteggiamenti tipici di protesta o di ribellione, manifestando spesso un atteggiamento estremamente introverso, goffo e stereotipato. Questo tipo di adolescente non sembra affatto propenso nel ricercare la gruppalità, tanto meno è attratto dagli status tipici dell’età.
A volte può anche succedere che il genitore non sia in grado di accettare l’eccessiva ‘autonomizzazione’ del figlio adolescente, il quale, in virtù di una maggior consapevolezza dei propri bisogni, comincia a ribellarsi a consuetudini, o copioni famigliari.

“I figli sono come gli aquiloni, passi la vita a cercare di farli alzare da terra. Corri e corri con loro fino a restare tutti e due senza fiato. E tu rattoppi e conforti, aggiusti e insegni. Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri che presto impareranno a volare.” (Erma Bombeck)

Attraverso un percorso di psicoterapia il giovane in formazione, affinché possa riflettere sui propri cambiamenti, deve cercare una strada consona rispetto alla sua personalità.
L’ansia del minore è determinata da emozioni, o pensieri contraddittori: l’esame di questi aggregati che si manifestano nella condotta, permetteranno di comprendere le reali esigenze che non vengono manifestate. In altre parole l’ansia segnala la presenza di nuove esigenze, o conflitti emotivi da risolvere.
Le tecniche impiegate permetteranno la riduzione del tasso ansiogeno, riportandolo ai livelli della normalità.
L’obiettivo finale del nostro lavoro è quello di accompagnare l’evoluzione dell’identità del minore, sollecitando lo sviluppo delle abilità sociali, ed imparando a gestire forze interne negative che potrebbero determinare confusione ed autodistruttività.
Il minore in formazione dovrà essere ‘equipaggiato’ per raggiungere gli obiettivi esistenziali più maturi, riuscendo a conformarsi alla normatività interna ed esterna, pur mantenendo una propria autonomia emotiva e cognitiva.