La Mala (dal sanscrito, ghirlanda) è una collana fatta da grani che serve a tenere il conto dei mantra recitati.

La Mala tradizionale è composto da 108 perle (più una, la «perla del guru» o «del monte Meru», spesso accompagnata da un tassello o da un ciondolo) ma esiste anche in versione da polso, con 27 perle, cioè 108 (numero sacro per gli induisti) diviso quattro. Si utilizza come un rosario, di solito recitando un mantra per scandire i tempi della meditazione e avere un supporto su cui concentrare la mente. Si parte dalla pietra più grossa (che però non viene contata) e, completato il giro, si torna indietro, fino ad esaurire il numero di ripetizioni desiderate.

La perla del guru è più grossa delle altre, ed è quella da cui si parte e a cui si arriva dopo un ciclo completo di ripetizioni. Serve semplicemente come punto di riferimento. Il suo obiettivo è quello di stabilire un periodo da dedicare alla meditazione.

La Mala si tiene con la mano destra (ma ci sono diverse scuole di pensiero) e si fa scorrere con il pollice, ripetendo il proprio mantra. Il dito indice (che rappresenta l’intelletto) dovrebbe rimanere teso e non immischiarsi nella pratica della meditazione. Se utilizzate un mala da polso, dovreste fare quattro giri (oppure otto, sedici… insomma, le ripetizioni dovrebbero essere 108 o un multiplo di 108).

Perchè 108 grani

Questo numero è sacro e ricorrente dello yoga e nel Dharma.
Secondo la tradizione Hinduista le divinità hanno 108 nomi, ed è considerata una pratica sacra quella di recitare durante i riti religiosi questi nomi, contandoli sui grani della Mala.
– 108 sono le tentazioni terrene che l’uomo deve superare per raggiungere il Samadhi.
– 108 è il numero delle intersezioni delle linee tra i chakra, che convergono sulla linea del cuore e portano alla realizzazione e all’auto-coscienza.
Nelle raccolte Vediche con 108 si identifica il Cosmo, così come 108 sono le pastorelle seguaci e adoratrici di Krishna; la stessa quantità è l’insieme esatto delle Upanishad ed ancora 108 sono i luoghi sacri frequentati da Vishnù, così come la medesima misura caratterizza il numero dei gradini di accesso ai templi buddhisti.

In alcuni testi viene indicato che 108 non è un numero ma bensì tre espressioni della realtà:
1 è Brahma, la Coscienza Suprema, la Verità Ultima;
  0 è centrale e rappresenta il Cosmo, la Creazione personificata nella figura di Shiva ma anche lo stato spirituale dello Samadhi, cioè quell’unione intima ed interiore tra colui che medita e l’obiettivo della sua meditazione, che porta inevitabilmente al più puro degli stati dell’intelletto, alla calma, alla saggezza.
8 indica la forza creatrice della Natura vista nelle sue manifestazioni più significative quali i cinque elementi (acqua, terra, aria, fuoco, etere) unite alle tre espressioni dell’essere: Ahamkara, che definisce l’Io, la propria individualità, l’ego; Manas, la capacità della mente di avere un pensiero profondo ed analitico, e Buddhi, la facoltà dell’intelletto di essere al di sopra, di possedere intuito ed un’intelligenza vivace e pronta.

Il mala può essere fatto di pietra, di osso, di legno o di semi. Le pietre hanno proprietà diverse: l’ametista (nella foto) fa cessare le paure, fa nascere le speranze. Favorisce la comunicazione e l’amicizia. Preserva dagli incidenti ed accelera la guarigione. Efficace nell’attenuare dolori e tensioni. Concede consolazione, forza, gioia e coraggio. Ideale per superare stati di tristezza (soprattutto da perdite subite). Protegge dall’insonnia. Favorisce l’emergere dei messaggi veicolati dai sogni.

L’ametista corrisponde al VI e VII Chakra,  ājñā cakra e sahasrāra cakra. Non è un caso che i colori associati ad Ajna (sesto chakra) siano l’indaco e il viola, il colore dell’ametista. Il sesto chakra è situato nella zona tra le sopracciglia, nella parte anteriore della testa (dietro la fronte) e in quella parte posteriore. Il settimo chakra o Sahasrara è quello che attraversa tutti i canali del corpo, dalla base della spina dorsale alla sommità della testa.

Oppure può essere di quarzo rosa associato al chakra del cuore stimola la compassione; un bracciale di quarzo affumicato, aiuta a rimanere nel momento presente, turchese migliora la capacità di linguaggio, la comunicazione e la salute e il bracciale di perle assorbe le distrazioni, soprattutto durante la meditazione, acquamarina migliora la comunicazione, attiva e pulisce il chakra della gola e una collana di ambra, sempre per il chakra della gola.

Anche i vari tipi di legno hanno le loro particolari proprietà. Si dice, ad esempio, che il legno di sandalo attragga le vibrazioni positive e aiuti a fare chiarezza nella mente. Ai semi di rudrashka (che rappresentano il terzo occhio di Shiva) si attribuiscono poteri soprannaturali. Quelli di loto avrebbero invece un effetto calmante, mentre i mala di osso hanno il compito di ricordarci l’impermanenza di ogni cosa, e in particolare della nostra vita, stimolandoci a viverla pienamente.

Scegliete in base al vostro intuito o alle proprietà ricercate, e indossate il mala al collo o al polso per ricordarvi di vivere nel “qui e ora” anche quando non state praticando.

OM